Il nuovo ruolo dei centri commerciali, non più “cattedrali nel deserto” per lo shopping

worldshoppingcenter by Retailtrend.it (19 settembre 2019) – Il nuovo modello di centro commerciale che si sta affermando in questi anni sarà capace di creare uno strumento più idoneo alla riqualificazione, oltre che del livello economico, del livello della qualità della convivenza e dei rapporti sociali. Alle fine  di tutte queste trasformazioni, la denominazione di “centro commerciale” sarà ancora idonea a definire questi nuovi insediamenti?

Questo in sintesi, è il messaggio che il convegno ” Non solo shopping: un nuovo ruolo, una nuova immagine (e un nuovo nome?) per i centri commerciali“, che si è svolto a Milano, ieri, ha voluto trasmettere agli addetti ai lavori, invitandoli tutti a una riflessione su questa funzione strategica, che non è più di solo shopping.

L’evento, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che ha visto la partecipazione e il contributo di idee di molti esperti del settore, di un’ampia rappresentanza del mondo accademico (ricercatori, docenti universitari) e politico (Regione Lombardia e Associazione Nazionale Comuni d’Italia), per la sua seconda edizione, ha preso in esame l’impatto sociale che hanno i centri commerciali sul territorio.

Partendo dal presupposto, che l’industry dei Centri Commerciali, oggi non è più, solamente un volano per lo sviluppo socio-economico delle aree urbane interessate, ma rappresenta un importante motore di sviluppo relazionale, con i poli commerciali che si stanno configurando sempre di più come luoghi di aggregazione e socializzazione, in cui trascorrere tempo libero e allo stesso tempo fruirne di servizi, che sempre più spesso sono più coerenti con le esigenze delle famiglie italiane, per orari e calendari più flessibili – si è cercato di fare il punto sulla continua evoluzione del ruolo e del tipo di offerta dei centri commerciali – tenendo conto, che all’interno degli stessi, sono presenti sempre più proposte “non retail“, che di fatto ampliano la platea degli utenti, creando una nuova immagine dell’industria del settore.

“La fruizione del centro commerciale – ha sottolineato Massimiliano Panarari, sociologo della Comunicazione presso l’Università Luiss di Roma – si configura, nell’epoca della ricerca esperienziale, come un’attività completa e integrata,e una modalità di utilizzo del tempo libero che può essere ricca e soddisfacente. Precisamente, quella che possiamo chiamare “l’esperienza del centro commerciale” e che, pur trovando ovviamente nello shopping un perno fondamentale, ormai da tempo lo supera e lo integra. In un Paese come il nostro, dove i consumi sono stati a lungo oggetto di disapprovazione da parte di culture politiche e sociali, il centro commerciale va letto nei termini positivi della generazione di nuovi legami relazionali e della massa a disposizione dei servizi a valore aggiunto e facilities, soprattutto in certe aree svantaggiate dal punto di vista logistico e dei servizi, e per certe fasce di popolazione che vanno dai giovani agli anziani. Nella “esperienza centro commerciale” si ritrova, inoltre non l’omologazione – come dicono i suoi detrattori – quanto invece una forma di riconoscibilità rassicurante che, pur nella diversità architettonica e di struttura, rende più facile e concentra in un luogo immediatamente comprensibile la fruizione del tempo libero delle persone. La familiarità, quindi, diventa un altro pilastro della “esperienza centro commerciale” “.

Renato Cavalli

Inoltre dal convegno organizzato da Renato Cavalli, vicepresidente di CNCC, è emerso che gli shopping center non sono più “cattedrali nel deserto”, ma sempre più insediati nei centri città e promotori di importanti riqualificazioni urbane.

Analizzato, dibattuto anche il tema dell’impatto di tipo strettamente “sociale” degli shopping center, il loro ruolo aggregativo di generatori di innovazione, comunicazione e diffusione di nuove abitudini di acquisto e interrelazione.

“L’impatto sociale – ha commentato Sabrina Liberalato, Consulente senior Teoria del Cambiamento, Monitoraggio e Valutazione della Fondazione LANG ITALIA – riguarda qualsiasi tipo di intervento o progetto, rivolto alla comunità e al territorio, con l’intento di migliorare alcune condizioni o aspetti della vita dei beneficiari, identificati come destinatari primari e secondari dell’intervento stesso. In questo senso, le iniziative proposte dai Centri Commerciali, che si muovono sempre di più in questa direzione, con servizi e attività che travalicano il concetto di “fare shopping“, generano impatto sociale. Impatto che può essere indagatop e misurato, con diverse metodologie e approcci, volti a “valutare”, cioè a “dare valore” ai cambiamenti promossi, attraverso l’osservazione dei risultati raggiunti e il confronto con i diversi attori coinvolti nel processo. Misurare l’impatto, significa cercare di rispondere alla domanda “quello che sto realizzando, sta facendo la differenza?“. La misurazione avviene attraverso approcci che confrontano dati raccolti, opinioni dei beneficiari e che ripercorrono la logica che sottende un intervento, tenendo conto anche dei risultati non raggiunti, degli effetti non previsti e di quelli desiderati e non”.